Con una falsa campagna pubblicitaria hanno convinto i cittadini di Vienna che Nike stava per mettere le mani su una delle piazze storiche della città (Nike Ground, 2003); e promuovendo un fantomatico kolossal eurolliwoodiano hanno mostrato al mondo quanto posticcia sia l'identità europea (United We Stand, 2005). Hanno reinterpretato performance di Marina Abramovic e di altri artisti in un videogame (Synthetic Performances, 2007), trasformato gli avatar di Second Life in pop star (Portraits, 2006), costretto Mickey Mouse a interpretare un sogno a occhi aperti (It's Always Six O'Clock, 2008) e stanato Edward Hopper in un videogame sparatutto (Traveling by Telephone, 2009).
Questi lavori gli sono valsi varie cause legali, ma li hanno anche portati in contesti quali la Biennale di Venezia (2001), il Walker Art Center di Minneapolis (2001), Manifesta 4 a Francoforte (2002), il New Museum di New York (2005), la Collection Lambert di Avignone (2006) e Performa, New York (2007 e 2009).